Artrodesi di caviglia: cos’è?
L’artrodesi di caviglia o (anchilosi chirurgica o fusione articolare) è un intervento chirurgico che porta alla fusione degli elementi ossei che compongono l’articolazione. In seguito a questo intervento la caviglia da mobile diventa semimobile o statica. L’obiettivo è la riduzione del dolore per permettere al paziente di tornare ad una vita normale.
In quali casi è consigliabile ricorrere a questo intervento?
Quando il paziente con una grave patologia, come l’artrosi alla caviglia, non trova sollievo con i normali trattamenti “incruenti” (plantari, tutori, anti infiammatori e infiltrazioni), l’ortopedico può consigliare l’intervento di artrodesi. Prima di procedere richiederà una radiografia di piede e caviglia in carico (in piedi) anteroposteriore, laterale per analizzare l’allineamento dell’articolazione ed una TAC o una RMN per valutare meglio le strutture capsule ligamentose, la cartilagine articolare e l’osso subcondrale.
Artrodesi a cielo aperto e a cielo chiuso
A seconda dello stadio della patologia, l’ortopedico valuterà se ricorrere ad un intervento in artroscopia (a cielo chiuso) o a cielo aperto (aprendo l’articolazione).
In generale:
- l’artrodesi in artroscopia o artrodesi “mini-invasiva” dovrebbe essere utilizzata soltanto per i pazienti che presentano deformità minime
- l’artrodesi a cielo aperto è indicata per i pazienti con deformità significativa di caviglia e mal allineamento del piede e della caviglia
Quale che sia la tecnica chirurgica scelta, la posizione postoperatoria ottimale dell’articolazione piede-caviglia interessata è la stessa. Il piede dovrebbe risultare extraruotato di 5-10 gradi e leggermente in valgo (5 gradi), con la caviglia in flessione neutra (0 gradi),. Tale posizione fornisce il migliore allineamento dell’arto e il miglior adattamento per il movimento dell’anca e del ginocchio.
Artrodesi in artroscopia
E’ preferibile quando la caviglia artrosica è deformata in modo lieve, perché con questo tipo di intervento è difficile correggere le deformazioni gravi.
Solitamente si accede all’articolazione con 2 o tre incisioni:
- per via mediale rispetto al tendine tibiale anteriore
- per via laterale rispetto al tendine dell’estensore lungo delle dita
Può anche essere necessario accedere per via laterale rispetto al tendine del terzo peroniero quando l’ortopedico deve rimuovere i frammenti che si sono formati durante l’intervento.
Una volta asportata tutta la cartilagine atrofica e degenerata ed esposto l’osso subcondrale sanguinante a livello dei capi articolari, vengono quindi posizionate viti cannulate per stabilizzare l’articolazione, garantendo quella stabilità che consentirà la fusione dei capi articolari.
Una volta concluso l’intervento si chiede al paziente di non caricare la caviglia operata per 5 settimane indossando un apparecchio gessato con tutore rigido, in modo che la fusione articolare si compia. Successivamente potrà caricare a poco a poco sempre di più. Infine l’ortopedico richiederà una radiografia per verificare se la fusione si è conclusa, se così il paziente potrà tornare a caricare completamente sul piede.
Artrodesi a cielo aperto
Questo intervento può essere utilizzato per il trattamento delle caviglie artrosiche di tutti i pazienti, ma soprattutto è indicato per chi presenta gravi malformazioni.
Infatti, è molto importante che il chirurgo abbia una piena visione dell’articolazione e che possa accedervi con gli strumenti chirurgici nel modo migliore possibile. Una volta esposti i capi articolari si esegue la completa asportazione della cartilagine degenerata esponendo l’osso sub-condrale sanguinante; quindi si ottiene la correzione delle eventuali deformità presenti con osteotomie o innesti ossei omoplastici o autoplastici e si stabilizzano i capi articolari in compressione con viti cannulate, fili di Kirschner o chiodi retrogradi transcalcaneari (sistema che si utilizza solo quando si debba eseguire un’artrosi anche della sottoastragalica).
L’arto operato viene ingessato o alloggiato in tutore rigido per 30 gg senza carico; successivamente si eseguiranno rx di controllo per valutare la corretta progressione della fusione articolare ed il Paziente dovrà deambulare per ulteriori 30 gg con il tutore rigido concedendovi un carico progressivo.
Il paziente non può caricare sul piede finché la radiografia non conferma che la fusione ossea è compiuta. Questo avviene solitamente tra le 8 e le 12 settimane dall’intervento.
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Quali sono i rischi?
L’artrodesi di caviglia è un intervento chirurgico tecnicamente difficile e si verificano spesso complicanze.
Per questo è importante valutare molto bene i fattori di rischio per ogni singolo paziente:
- età del paziente
- fumatore o non fumatore (il rischio di mancato consolidamento aumenta nei pazienti fumatori)
- eventuali interventi precedenti
- presenza di una frattura grave
- presenza di una lesione aperta
- presenza di una infezione locale
- presenza di una osteonecrosi astralgalica (una necrosi dell’osso astragalo)
La complicanza più frequente è che non vi sia un consolidamento dell’osso. A seguire le complicanze più comuni sono infezioni e lesioni ai nervi.