Triplice artrodesi del piede: cos’è?
L’artrodesi del piede, nota anche come anchilosi chirurgica o fusione articolare, è un intervento chirurgico che porta alla fusione degli elementi ossei che compongono il piede. In seguito a questo intervento l’articolazione da mobile diventa semimobile o statica. L’obiettivo è la riduzione del dolore per permettere al paziente di tornare ad una vita normale. Quando la fusione interessa più articolazioni si parla di triplice artrodesi, perché vengono fuse insieme tre articolazioni: sottoastragalica, astragalo-scafoidea, calcaneo-cuboidea.
In quali casi è consigliabile?
Questa operazione è utile nella cura dell’artrosi degenerativa del piede e dell’artrite reumatoide.
Se l’artrosi è limitata ad una sola zona dell’articolazione, è sufficiente un’artrodesi localizzata, se invece interessa più articolazioni è consigliabile un intervento di triplice artrodesi.
L’intervento di triplice artrodesi è molto impegnativo e prevede un lungo periodo di convalescenza.
Si consiglia come “trattamento di salvataggio” in pazienti anziani con deformità stabile e sintomatica oppure per trattare un’instabilità invalidante che non risponde a nessun altro tipo di trattamento.
E’ importante che il paziente candidato all’intervento abbia una buona circolazione del sangue, per evitare complicanze.
Dopo l’operazione di fusione articolare, che avviene a cielo aperto SI, il paziente non può caricare sul piede e deve tenere uno splint (tutore) per ALMENO 30 giorni.
Dopo due settimane dall’intervento vengono rimossi i punti di sutura. Se dopo 30 GG le radiografie dimostrano che si sta compiendo la fusione, può usare uno stivaletto da carico da portare per 8/10 settimane.
L’arto resta immobilizzato finché le radiografie non mostrano un completamento della fusione, che di solito avviene dopo 8-10 settimane, ma il paziente deve continuare a portare il gesso finché non raggiunge una fusione completa.
I rischi dell’operazione
Quando il chirurgo ortopedico ottiene un buon allineamento, i sintomi dolorosi migliorano molto, anche se la parte posteriore del piede resta immobile. E’ comunque possibile che i sintomi non scompaiano del tutto e che si sviluppi un’artrosi secondaria.
L’operazione può inoltre avere complicanze multiple. Quella più importante è il malallineamento della fusione: quando la fusione articolare non riesce perfettamente, la forza a carico dell’area tibio-tarsica può aumentare molto, con conseguente sovraccarico del piede e dolore.
Può verificarsi un’instabilità che genera un’artrosi secondaria del piede, che va quindi trattata chirurgicamente con un intervento di revisione.