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Sei in: Home1 / Patologie dell’anca2 / Coxalgia: le possibili cause del dolore all’anca

Coxalgia o dolore all’anca: da cosa dipende e come si cura

Il dolore all’anca è un disturbo molto frequente, localizzato principalmente all’altezza dell’inguine, ma che spesso interessa anche il gluteo e può irradiarsi lungo la coscia fino al ginocchio.

E’ sintomo di un processo patologico a carico dell’articolazione coxofemorale, che si trova tra la testa del femore e l’osso iliaco del bacino.

La coxalgia si manifesta quando il paziente carica sull’articolazione o quando muove l’arto, mentre si riduce quando è a riposo.

Può manifestarsi in seguito a traumi, processi degenerativi o infiammazioni acute e croniche dei tessuti articolari.

Cos‘è e come funziona l’anca ?

L’anca è l’articolazione che unisce il femore al bacino e che sopporta il maggior carico meccanico quando il nostro corpo è in movimento. Se non è presente una patologia, è molto stabile ed il suo movimento è fluido.

La testa del femore, che ha forma sferica, si innesta nell’acetabolo del bacino, una cavità di forma arrotondata:
testa del femore ed acetabolo sono collegati fra loro da un legamento, il legamento rotondo, e dalla capsula articolare che come un sacchetto avvolge l’intera articolazione e consente di contenere il liquido sinoviale fondamentale per la lubrificazione dei capi articolari e del nutrimento delle superfici articolari, riducendo l’attrito.

Le ossa del femore sono rivestite di cartilagine, uno strato di tessuti molto particolare e delicato che permette lo scorrimento fluido delle superfici articolari.

Quando subiamo un trauma o soffriamo di una patologia, questo delicato equilibrio si rompe, provocando come primo evento una lesione della cartilagine con conseguente esposizione dell’osso subcondrale che, in quanto estremamente ricco di terminazioni sensitive rende doloroso il movimento dell’articolazione dell’anca. 

Chi soffre maggiormente di dolore all’anca?

Il dolore all’anca può colpire pazienti di tutte le età e genere, ma in particolare colpisce gli anziani.

Over 60

I pazienti più colpiti sono gli anziani che nella maggior parte dei casi manifestano i sintomi di un processo di artrosi degenerativa dell’anca.

Sportivi

Anche chi pratica sport in modo intenso e continuativo nel tempo può sviluppare patologie importanti, a causa della precoce usura della cartilagine.

Bambini

Circa il 2-3%* dei neonati presenta una patologia nota come displasia congenita dell’anca, una deformità articolare che ha inizio durante la vita intrauterina del bambino, ma continua a evolvere durante i primi anni di vita portando allo sviluppo di una alterata congruità articolare con conseguente degenerazione precoce della cartilagine. (* fonte: sito dell’Ospedale Bambino Gesù)

Persone che hanno subito un trauma

Infine, la coxalgia può derivare da un trauma, quando il paziente subisce una lussazione (ovvero la perdita della congruità articolare) in seguito ad una caduta o un incidente oppure una contusione diretta dei capi articolari con conseguente distacco o degenerazione della cartilagine.

Quali sono le principali patologie che possono causarla?

Le patologie principali che colpiscono l’anca e creano coxalgia sono:

  • coxartrosi o artrosi degenerativa dell’anca: la più comune malattia che possa colpire l’anca dell’adulto
  • displasia congenita dell’anca: una deformità articolare che ha inizio durante la vita intrauterina del bambino, ma continua a evolvere nei successivi anni di vita
  • osteonecrosi della testa del femore: una malattia molto simile all’infarto miocardico, per cui una parte più o meno estesa della testa femorale non riceve più un’adeguata perfusione sanguigna (ischemia) e alla fine il tessuto osseo ischemico perde la propria vitalità (necrosi)

Quali esami e trattamenti ortopedici sono utili per individuarne le cause?

Per accertare le cause che hanno portato il paziente a manifestare una coxalgia, la prima indagine da eseguire è una radiografia standard, che permette di evidenziare danni a carico delle strutture ossee, quindi una ecografia per valutare patologie indotte dai tessuti molli periarticolare ed infine esami strumentali più accurati come la RMN e la TAC.

In base alla patologia e allo stadio in cui si trova il paziente, è poi possibile intervenire con terapie mirate di tipo farmacologico, in associazione con terapie fisiche (laser terapia, ultrasuoni, TENS, Tecar terapia, etc.). Quando le terapie fisiche/mediche non avessero efficacia o le condizioni anatomo patologiche fossero fossero particolarmente accentuate, si può ricorrere alla chirurgia.

I principali trattamenti chirurgici per le patologie dell’anca sono:

  • intervento di chirurgia protesica di primo impianto e di revisione
  • trattamenti biologici di cartilagine con cellule mesenchimali
  • infiltrazioni di acido ialuronico 
  • “core decompression” o micro perforazioni
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