Necrosi avascolare o osteonecrosi del ginocchio
La necrosi avascolare del ginocchio o osteonecrosi del ginocchio o necrosi asettica, analogamente all’osteonecrosi della testa del femore, è una malattia molto simile all’infarto miocardico.
Si verifica quando una parte più o meno estesa dell’osso del ginocchio non riceve più un’adeguata perfusione sanguigna. Ha quindi luogo un’ischemia che porta alla morte dell’osso.
In seguito possono verificarsi fratture locali ed il collasso dell’osso nei casi più gravi.
Quali sono i sintomi?
L’osteonecrosi si manifesta con un dolore intenso che aumenta quando il paziente muove l’articolazione.
Il dolore è spesso presente anche a riposo.
Nelle fasi iniziali non comporta limitazioni nei movimenti dell’articolazione, che si verificano invece nelle fasi successive della malattia quando insorge un’artrosi secondaria del ginocchio.
A differenza delle malattie degenerative, di solito questa patologia ha un esordio piuttosto brusco e colpisce principalmente il condilo femorale mediale.
Quali sono le cause dell’osteonecrosi del ginocchio?
I motivi alla base di questa patologia non sono ancora perfettamente noti. Si distingue tra forme primarie e secondarie.
Osteonecrosi spontanea di ginocchio o necrosi senza causa nota
Si verifica quado la patologia insorge senza che sia presente una causa nota.
Esistono però dei fattori di rischio che possono determinare l’insorgere della malattia e sono:
• abuso di alcol
• sovrappeso
• iperuricemia (nel sangue è presente un’elevata concentrazione plasmatica di acido urico)
• dislipidemie (colesterolo e trigliceridi alti)
• diabete mellito
Osteonecrosi secondaria
In questo caso la patologia insorge a causa di una condizione morbosa preesistente:
1. una lesione del ginocchio
2. un terapia cortisonica protratta
3. una radioterapia locale ad alte dosi
4. un’embolia gassosa, che è una malattia da decompressione
Analogamente all’osteonecrosi della testa femorale, che interessa l’anca, la varietà di fattori alla base delle forme secondarie della necrosi avascolare del ginocchio (emidemiologia) è molto numerosa, tanto che non è possibile identificare un’età o un sesso a maggior rischio.
Quali esami sono necessari per diagnosticarla?
La prima indagine da eseguire è una radiografia standard, che permette di escludere la maggior parte delle diagnosi.
Purtroppo, però, nelle fasi iniziali della la radiografia tradizionale può essere perfettamente negativa, perché non si sono ancora verificate quelle alterazioni morfologiche che caratterizzano gli ultimi stadi della malattia.
Quindi, se un paziente che accusa dolore al ginocchio rientra nelle categorie “a rischio” viste in precedenza, ma ha una “lastra” normale, è opportuno che l’ortopedico richieda una risonanza magnetica, che permette di identificare la lesione necrotica prima che determini le alterazioni morfologiche visibili sulla radiografia.
Si tratta di un esame costoso e che è utile riservare solo ai pazienti per cui la radiografia non risulta conclusiva.
Nelle necrosi avanzate il ricorso alla RMN è inutile: la “lastra” tradizionale è più che sufficiente.
Come si cura l’osteonecrosi?
Quando l’osso subisce un processo ischemico, le possibilità di guarigione diminuiscono progressivamente col progredire della malattia.
Infatti, solo la necrosi iniziale offre speranze di guarigione.
Quando la malattia è agli esordi si ricorre principalmente ad interventi di core decompression (o microperforazioni). L’obiettivo è facilitare il drenaggio e rivitalizzare l’osso necrotico.
Il chirurgo pratica un foro nell’osso per estrarre l’area danneggiata, in questo modo migliora la vascolarizzazione e la formazione di un nuovo osso. Si tratta di un intervento che non è in grado di garantire la guarigione, ma le probabilità sono tanto maggiori quanto più precoce è il trattamento.
Negli stadi finali, invece, l’osteonecrosi del ginocchio evolve irreversibilmente verso la gonartrosi, che è una malattia degenerativa e che quindi può essere trattata solo con terapie palliative e l’impianto di una protesi.