Piede piatto nel bambino
Il piede piatto è caratterizzato dall’appiattimento della volta plantare.
Quando il bambino inizia a camminare, il suo tessuto connettivo è immaturo e i suoi muscoli poco sviluppati. Questo permette un’ampia escursione dei movimenti ammortizzanti del piede.
Il risultato è che, ogni volta che il bimbo appoggia il piede, la volta si appiattisce.
Finché il bambino è piccolo, è un fenomeno normale e molto importante, perché lo aiuta ad apprendere una corretta deambulazione.
Se crescendo la volta plantare non assume una dimensione normale o non si forma affatto, siamo di fronte ad un piede piatto.
Il piede piatto nel bambino è caratterizzato da pronazione (rotazione interna del retropiede) e supinazione (extrarotazione di tutto l’avampiede).
Quali sono le cause e come si manifesta?
Le cause di questa deformità non sono ancora perfettamente note.
L’immaturità e la lassità dei legamenti fanno si che l’astragalo, che è l’osso che unisce tutto il piede allo scheletro della gamba e che normalmente si trova sopra al calcagno, scivoli verso il basso, in avanti e internamente, trascinando con sé tutte le ossa ad esso connesse anteriormente, costringendo il calcagno a ruotare. E’ una rotazione interna del retropiede chiamata pronazione. Quindi il tallone è deviato verso l’interno.
La pronazione del retropiede ha ripercussioni anche sull’avampiede.Lla caduta dell’astragalo schiaccia la testa del primo metatarso contro il pavimento, facendolo sollevare per reazione con il suolo e provocando una deformazione in extrarotazione di tutto l’avampiede: la supinazione.
La rotazione interna (pronazione) del retropiede e la successiva rotazione esterna (supinazione) dell’avampiede provocano un movimento elicoidale con la scomparsa della volta e la caduta dell’arco longitudinale interno.
Tipi di piede piatto
Esistono due forme di piede piatto nel bambino:
Piede piatto flessibile
Si verifica nel 95% dei casi ed è spesso associato a lassità articolari generalizzate. E’ una forma benigna e asintomatica, generalmente accompagnata anche ad altri problemi posturali, come il ginocchio valgo e il passo intrarotato.
Piede piatto rigido
Il piede piatto rigido è invece caratterizzato da rigidità e dolore del piede. E’ associato a condizioni patologiche congenite come coalizioni tarsali o astragalo verticale. A seconda dell’entità della deformazione, si distinguono 4 gradi di deformità (1°, 2°, 3°, 4°) caratterizzati da diverse impronte plantari osservabili al podoscopio o all’esame baropodometrico:
Quali esami sono necessari per diagnosticarlo?
Per poter classificare il grado di deformità del piede piatto nel bambino ed escludere che si tratti di una deformazione grave è importante un esame clinico da parte di uno specialista. L’ortopedico utilizza strumenti che permettono di analizzare la volta del piede. Inoltre potrà prescrivere una radiografia o una TAC se sospetta che il bambino abbia una fusione scheletrica anomala (sinostosi o colazioni tarsali).
Durante la visita potrà valutare anche le alterazioni posturali che possono essere migliorate con esercizi e sport idonei. Infatti il piede piatto non deve mai essere mai essere considerato come un problema isolato ma va sempre inquadrato in un “contesto posturale”, valutando globalmente il bambino e facendo attenzione ai disturbi associati come le alterazioni della colonna , il ginocchio valgo o il passo intra o extrarotato.
Come si cura?
Nei casi meno gravi il piede piatto viene curato adottando regole di vita quotidiana e l’uso di plantari corretti prescritti da un medico specialista ortopedico o fisiatra. Molto spesso osserviamo bambini che indossano plantari scorretti, che addirittura ostacolano la correzione spontanea del piede.
I plantari servono a correggere la pronazione del retropiede, sollevando e spingendo verso l’alto l’astragalo, in modo che l’avampiede ruoti internamente. L’uso di un plantare corretto è comunque fondamentale, perché, anche se non dovesse riuscire a correggere la deformità, esercita un’azione passiva, facendo assumere al piede un allineamento posturale corretto in modo da non creare squilibri allo scheletro e alle articolazioni soprastanti.
Intervento chirurgico non invasivo
Nei bambini di 11 -12 anni con piede piatto di 3° o 4° grado, con severa valgizzazione del retropiede che si sottopongono ad una visita specialistica per la prima volta o in cui il trattamento con plantare non ha dato miglioramenti, è sicuramente indicato un intervento di chirurgia percutanea mininvasiva. Questo consiste nell’introduzione di una semplice vite all’interno del seno del tarso per via percutanea, praticando un piccolo foro. L’azione meccanica esercitata dalla vite fa sì che la vota del piede assuma una forma normale.